La Magia, antropologia e storia del pensiero magico universale

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Si pone il problema di differenziare le pratiche di medicina popolare dalla magia e io mi ritrovo un po’ a rivivere i problemi di comprensione che affrontò il consobrino calabro Campanella (ai suoi tempi il miei avi già risiedevano in quel della Calabria stando al nostro albero genealogico).
Quanti oggi pensano alla magia solo come la cartomante arruffona e imbrogliona che senza sapere nulla della magia scopiazza conoscenze prese a pezzi e bocconi? Quanti pensando alla magia immaginano mago Otelma o Harry Potter? Quanti pensano che sia condannata dalla Chiesa cattolica e dal cristianesimo?
Niente di più sbagliato, la magia non solo nasce e sopravvive come unica scienza sperimentale fino al Seicento (quando inizia a sorgere la scienza moderna) ma venne anche affermata e sostenuta da Papi, vescovi e perfino Santi che ritenevano fosse utile, in casi estremi, usare anche la magia demoniaca.

Le manzie, come la carto-manzia ossia la divinazione tramite le carte, sono solo uno spaccato molto piccolo della magia che comprende spesso atti religiosi (trasformare vino in acqua, pregare, invocare o scongiurare, offrire candele o altri doni sacrificali per ottenere una grazia, ecc…).
Siamo sicuri di sapere cosa sia la magia?
Siamo sicuri di non confonderla con la ciarlataneria, o ignoranza, presente in ogni campo del pensiero umano? E se vi dicessi che grandi matematici del passato erano maghi? E che lo erano grandi Santi cristiani? Che ne parla anche la Torah?

Io qui tento l’impossibile: riassumere in poco spazio svariati secoli di pratica magica. Prima offrirò un pessimo riassunto sul pensiero antropologico rispetto al concetto di magia, senza alcuna pretesa di accontentare gli studiosi di antropologia ma di dimostrare che anche solo dietro al significato della parola "magia" c'è qualche secolo di studio.
Specifico quindi che l’antropologia è quella scienza sociale che tenta di capire cosa l’essere umano prova nell’essere ciò che è, se mi passate la sintesi. Cosa sono i parenti per gli esseri umani? Cosa è il cibo per gli esseri umani? Cosa è la magia per gli esseri umani?
Poi farò un riassunto ancora peggiore della storia della magia dal medioevo, puntando a evidenziare soprattutto quella fase ambigua in cui si passa dai Santi Maghi alla condanna verso la magia.
Non mi baserò sulle mie opinioni personali anche se i miei studi sono partiti dall’esoterismo, ermetismo, alchimia (Cabala no, non mi ha mai appassionata con buona pace di Pico) per arrivare solo dopo alla magia popolare attraverso lo studio della Stregoneria come culto e filosofia religiosa.
Mi baserò invece sull’enciclopedia Treccani rimpinguando le informazioni qui e lì dove serve.
Lo faccio per dimostrare che basta una ricerca su internet per conoscere la magia e che nel 2017 l’ignoranza è una scelta intenzionale, deliberata e imperdonabile… soprattutto da un punto di vista magico.  E lo faccio perché non sono qui a indottrinare o fare catechismo magico a nessuno, io ho la mia verità e questa appartiene a me ed, eventualmente, dai poveri folli che da me vogliono imparare qualcosa per trasformarla nel loro sentire personale.
Sentite con il cuore, percepite con il corpo e lo spirito, sentite il divino chiamandolo come volete ma sappiate cosa altri hanno compreso prima di voi. Potrebbe risparmiarvi molte ricerche e ancora più figuracce.

Magia: Pratica e forma di sapere esoterico e iniziatico che si presenta come capace di controllare le forze della natura (enciclopedia Treccani)

Per forze della natura non si intendono solo gli agenti atmosferici bensì ogni cosa che non è controllabile dall’essere umano e che prevede l’esistenza di esseri ultraterreni. Tali pratiche si trovano anche nelle religioni ufficiali, tanto che Sir James George Frazer (etnologo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento) concentrò molto della sua opera sulle differenze che esistono tra religione e magia. Frazer giunge alle sue conclusioni che possiamo riassumere dicendo che la magia, nata per prima, presuppone un insieme di forze impersonali (energie e non divinità) su cui l’essere umano può agire a suo piacimento, la religione invece parte dal presupposto che ci siano esseri soprannaturali che vanno blanditi con preghiere e sacrifici per agire sugli eventi della vita e sarebbe il risultato della delusione degli uomini ottenuto dal non controllare il mondo con la magia.
Questa sua definizione venne a cadere con il “preanimismo”, studi atti a trovare la forma più primitiva delle religioni partendo dal presupposto che ci fosse una forza che prescinde le volontà umane e divine (che viene chiamata “mana” dai primi studi su un popolo primitivo che trattava tale forza identificandola con una parola).
E’ Edwin Sidney Hartland, contemporaneo di Frazer, etnologo e ancora oggi molto stimato, allievo della scuola antropologica tyloriana, ad affermare che religione e magia si fondano sulla stessa esperienza, diversificandosi solo in un secondo momento quando la religione assume un ruolo passivo rispetto al “mana” mentre la magia lo assume attivo: il sacerdote è posseduto da un mana in maniera eccezionale (non lo sceglie, è passivo); il mago o stregone o sciamano ne accumula in sé in maniera eccezionale (sceglie, è attivo). Inoltre in entrambe sono presenti elementi magici: non sempre appare facile distinguere la preghiera dall’incantesimo o il sacrificio religioso dalla magia coercitiva.
Lo storico danese delle religioni Johannes Edvard Lehmann (anche lui a cavallo tra Ottocento e Novecento), professore di filosofia e storia delle religioni all’università di Berlino invece ha limitato l’uso della parola “magia” alle credenze messe al bando dalle culture religiose o scientifiche nelle singole società umane.
Mentre l’antropologo e sociologo francese Marcel Mauss, considerato uno dei fondatori della moderna antropologia francese e uno degli ispiratori dell’antropologia sociale europea (vedi Marcel Mauss, i meriti sono un po’ lunghi da riportare tutti), assieme a Henri Hubert, storico e antropologo anche lui francese, hanno sostenuto che la religione e la magia hanno solo una differenza sociale: la prima è collettiva e conosciuta alla massa e in essa il sacrifico ha valore astratto; la seconda è marginale ai culti organizzati e in essa il sacrificio viene fatto per ottenere qualcosa di concreto.
Bronislaw Malinoski, fondatore dei metodi di moderna ricerca sul campo ancora oggi utilizzati, professore a Yale e all’università di Londra, concorda sull’aspetto pratico della magia e a lui si rifaranno gli studiosi che ne seguono l’impronta affermando che la magia risponde a una necessità concreta degli esseri umani.
Robin Horton antropologo e filosofo sociale inglese nato nel 1932, ha sfidato e ampliato le convinzioni dell’antropologia delle religioni arrivando a paragonare la magia alla scienza e affermando che la scienza dà importanza ai legami tra cause ed effetti precisi mentre la magia alla presenza di più cause mistiche o religiose per ogni singolo effetto.
Il famoso antropologo Claude Lévi-Strauss, massimo teorico dello strutturalismo (per sintetizzare al massimo: teoria secondo cui nelle scienze qualsiasi osservazione deve tenere conto dell’insieme globale e organico in cui il fenomeno osservato si svolge; molto applicato in linguistica, biologia, medicina filosofia, ecc…) applicato agli studi antropologici, professore di varie università in vari paesi (Francia, USA, Brasile) ha dimostrato che le pratiche magiche sono utili a organizzare e ordinare il reale: un sistema di condizionamento e controllo basilare e primitivo per la società (per semplificare: si pensi ai tabù come l’incesto che prevedono un divieto divino che ancora oggi sentiamo dentro di noi e che ci fa dire che è sbagliato anche se non sapremmo spiegare quanto e come ci sia stato insegnato come sbagliato).

Questi sono una piccolissima, e mal riportata nel tentativo di semplificarla con parole di comune accesso, parte degli studiosi che si sono occupati del vero significato della parola “magia”. Non da un punto di vista puramente linguistico (e quindi etimologico) ma intendendo per “significato” ciò che gli esseri umani attribuiscono al concetto di magia, quello che provano praticandola o parlandone.
Non contenti di definirla secondo il sentire umano gli studiosi ne hanno anche studiato le tecniche e le pratiche.

Magia analogica: è ciò che molti chiamano magia simpatetica, imitativa o omeopatica (cit.) ossia l’azione del simile sul simile (versare acqua per chiamare la pioggia), contagiosa (Infettare con una fattura un capo di vestiario della persona per infettare la persona o le pozioni magiche propriamente dette).
Magia positiva o negativa: la prima è consapevole (raccogliere una malattia in un oggetto che poi viene bruciato, il piatto con l’olio dei segnatori), la seconda viola i tabù imposti agli esseri umani cosa che dovrebbe provocare un’immediata punizione.
Magia nera o bianca: magia atta a compiere azioni crudeli, non volute, indesiderata; la seconda per lo più atta a contrastare la prima, in questa definizione viene inteso l’esorcismo.
Faccio però presente che molte di queste definizioni sono oggi dai praticanti della magia ampliamente superate, riviste e riorganizzate secondo parametri e valori che qui non compaiono.

La magia è stata presente in tutte le religioni antiche, lo è anche nelle moderne.
Nel Medioevo era considerata la scienza suprema, fu accompagnata dall’Alchimia e dall’astrologia.
È in questo periodo che prende piede l’ermetismo, ma in questo periodo storico l’unico testo attribuito alla figura mitica di Ermete Trismegisto è l’Asclepius, limitando la divulgazione ad autori tardo cristiani che parlarono dei testi fondamentali dell’ermetismo che verranno alla luce nel Rinascimento. L’Asclepius è una traduzione dall’originale greco il cui fine è l’insegnamento attraverso rivelazione di una conoscenza che permette l’accesso alla gnosi. Il testo, oscuro perché rivolto agli iniziati, crea ancora oggi difficoltà di traduzione e interpretazione. Si ritiene che Dio non ha un nome e allo stesso tempo li possiede tutti, è padre ma anche maschio e femmina assieme, il più potente e buono, conoscibile solo attraverso l’intelletto e si esprime attraverso la provvidenza.
Cit.
“Non ho detto infatti che tutto è uno e uno è tutto, cosicché nel creatore c’erano tutte le cose prima che tutte le creasse? Non è detto male affermare che egli è tutto, poiché le sue membra sono tutte le cose”
Questa divinità suprema è rappresentata dal concetto di eternità e comunica attraverso una serie di divinità minori e di demoni (in senso greco e non cristiano, potremmo dire per semplificare “spiriti”). L’essere umano avrebbe in sé sia la natura divina che materiale  e per questo può dominare il mondo mentre gli esseri spirituali non possono.
Ci sono molti altri libri e autori (spesso falsi, come nel caso del Platone del Liber Vaccae o Libro degli Esperimenti) ma in tutti è presente il concetto di magia come scienza che permette all’uomo di scoprire e usare gli intimi segreti dell’Universo.
E’ di questa idea Sant’Alberto Magno (Alberto di Böllstadt, vescovo domenicano e maestro teologo di Sant’Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa) che afferma l’idea unitaria del cosmo espressa nell’Astrologia, la possibilità di attivare le “virtù occulte” nel mondo naturale producendo effetti di magia operanti senza interventi diabolici. Arrivando a proporre la conservazione anche di magia potenzialmente demoniaca per estremo bisogno. Anche il suo allievo, San Tommaso d’Aquino distingue ma non condanna la magia naturale da quella demoniaca.
Bacone arrivava a dire che la magia poteva essere un’arma contro l’Anticristo (non quello biblico, ma Gengis Khan che si era spinto fino in Europa Orientale).
Iniziano però ad essere presenti divieti per chi pratica la magia a danno del prossimo (per altro già presenti in epoca greco-romana) e penitenze severe. E' solo negli ultimi secoli del Medioevo che infatti si pose il problema di vagliare attentamente il tipo di rapporto che i praticanti di magia intrattenevano, consapevoli o no, con i demoni. Furono sospettate le formule con parole sconosciute ai traduttori dell’epoca, intese come nomi di presunti demoni, e l’uso personale di preghiere e formule sacre fu considerato un inganno del diavolo.
Dal Manuale dell’Inquisitore di Bernardo Guy (inizio del 1300), passando per il trattato Contro i necromanti (fine 1300) di Eymerich al famoso Martello delle streghe (fine 1400) lo scopo chiaro era ridurre qualsiasi forma di magia, anche quella naturale e accettata, a magia demoniaca e vietata per eresia (o Stregoneria: eresia contro la Chiesa quanto la Gnosi, i Catari o i sopravvissuti Valdesi).

Mentre l’Inquisizione e la guerra santa all’eresie avanza il pensiero magico si accresce e, a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, Pico della Mirandola con massima sfrontatezza sfida il Vaticano con il suo pensiero che tenta di proporre la Cabala in versione cristianizzata. A soli 23 anni il più giovane erede del signoria indipendente di Mirandola si presentò a Roma con l’intento di proporre un vero e proprio manifesto dell’universalismo religioso-filosofico-magico, che mirava a dimostrare come il tutto fosse conciliabile nonostante le differenti posizioni. La Chiesa, indignata per il tentativo di conciliazione tra ebraismo e cristianesimo (ma erano presenti anche filosofie, magia e religione islamiche e antiche oltre all’astrologia antica) non accettò la presenza della Cabala. Tre tesi furono considerate eretiche, 10 non cristiane ma il testo nell’insieme fu condannato e bruciato costringendo il giovane genio a fuggire in Francia. Si salvò solo grazie all’intervento di Lorenzo il Magnifico e fu costretto a ritrattare, anche se ovviamente il suo lavoro non si fermò con questi primi esperimenti di conciliazione.
Poco dopo Marsilio Ficino tradurrà gli scritti ermetici su richiesta di Cosimo de’ Medici che gli donò la villa di Careggi dove fondò l’Accademia Platonica.
Poco dopo si afferma il pensiero di Heinrich Cornelius Agrippa di Nettesheim, medico, filosofo, astrologo tedesco che riafferma la magia come scienza suprema e critica ferocemente le scienze contemporanee. Ma pure il suo coetaneo noto come Paracelso (il cui nome è più lungo di questo articolo) anche lui medico. Alchimista di orientamento magico-platonico, Paracelso fonda la sua medicina su questa visione magica.
Così mentre da un lato si sviluppa il moderno pensiero esoterico dall’altro si sviluppa una sempre più pesante repressione. Poco prima della morte di Pico viene emanata la Bolla Summis desiderantes affectibus  promulgata dal Papa Innocenzo VIII, nella quale il pontefice affermava la necessità di sopprimere l’eresia e la stregoneria. Appena un secolo dopo il tentativo conciliatore di Pico, Sisto V proclama la Coeli et Terrae Creator in cui vieta categoricamente la divinazione di ogni genere, compresa l’astrologia spesso d'uso tra i medici e gli studiosi, l’accusa è di arroganza: l’essere umano non deve cercare conoscenze che lo elevino vicino al sapere divino.
Le bolle pongono fine a un momento di grande espansione della magia sia a livello popolare, che accademico, che presso le corti di principi e papi.
Ne sarà vittima Giordano Bruno che rinunciò per il sospetto d’eresia all’abito domenicano e la cui vita fu un costante rischio di denuncia finchè non fu arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma perché per lui il sapere, le verità, passavano per l’esaltazione della magia come mezzo per accedere ai segreti dell’Universo che permettono di dominarne le forze, e il ritorno all’unicità del Cosmo è atto conoscitivo, libero, di rottura con il fato, iniziativa e conquista dell'essere umano... che però in quegli anni portava al rogo.
Similare destino quello del calabrese Tommaso Campanella che nello stesso periodo, anche lui entrato da ragazzo nei domenicani, condivise l’interesse per la magia e l’astrologia con il Della Porta. Il suo Philosophia sensibus demostrata gli costa tre processi per eresia da cui si salva negando le proprie idee. Un quarto processo lo costringe alla fuga tornando in Calabria dove, secondo quanto previsto dagli astri, congiurò contro gli spagnoli per iniziare una riforma del cristianesimo verso la sua vera natura originaria. Arrestato rimase in prigione per 27 anni, liberato fu di nuovo arrestato dall’Inquisizione da cui si salvò perché Papa Urbano VIII che lo volle come suo astrologo ma la benevolenza durò il tempo di altre accuse e Campanella riprese la sua fuga dalla censura fino alla morte.
In tutti questi studiosi, e molti altri meno noti, la magia è cardine di pensiero come mezzo di conquista della natura e dei suoi segreti, mezzo spesso usato per avvicinarsi a conoscere Dio.

Nel Seicento si opererà una distinzione tra il possibile e l’impossibile iniziando la nascita di ciò che oggi chiamiamo “scienza”, la differenza tra sperimentato accertato e “sentito dire”.
La nuova Scienza si afferma nelle cattedre delle accademie e università mentre la magia, relegata a superstizione, diventa fondamento del credo popolare dove silenziosamente aspetta l’Ottocento.
Sarà il Romanticismo, con la sua passione per il popolo e il nascente esoterismo moderno, a ridare linfa vitale alla magia che nel Novecento sfoceranno in molteplici forme di pensiero e credo magico tra cui la new-age.
E sarà la neonata antropologia a volerne studiare gli aspetti considerandola sempre meno una credenza superstiziosa e sempre più parte integrante della filosofia del passato su cui si fonda il pensiero moderno.

E la magia popolare?
Nata dalle reminiscenze di antichi culti precristiani, da un sentire animistico e da quella cultura accademica che rimane nascosta dal Seicento in poi, conserva pezzi e bocconi di sapere che reinterpreta in chiave meno filosofica e religiosa ma più magica: ottenere un risultato concreto, io prego per guarire, non per elevarmi a Dio, io impongo segni con le mani per scacciare i topi, non per elevarmi a Dio.
A metà tra teorie mediche superate e magia si tinge di cristianesimo lentamente, durante quel Rinascimento acceso di roghi durante cui la Bellezza Ursini, segnatrice, si salva dal rogo solo ficcandosi un chiodo in gola nelle prigioni dove era stata torturata perché denunciata da un segnatore rivale, nonostante avesse introdotto nelle sue pratiche di guarigione le preghiere cristiane.
Ma così, ben nascosta, la magia sopravvive.
Tra ciò che si salva ci sono le segnature, atto magico di guarigione popolare basato sulla magia del segno (da cui la parola segnatura) spesso, ma non sempre, accompagnato da parole iniziatiche e segrete di cui alcune ancora oggi lontane dal cristianesimo ma vicine a quella magia dentro cui nacquero.






Consigli di lettura sull’ermetismo
Corpus Hermeticum, tr. it. di V. Schiavone, Rizzoli
Storia dell’ermetismo cristiano Morcelliana, Brescia 2000.
Il libro dei ventiquattro filosofi, a cura di P. Lucentini, Adelphi


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