Sardegna: Sant'Anna e la fertilità

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Invocata dalle gestanti Sant’Anna era tenuta molto in considerazione, sa Mama Manna era chiamata per lenire il dolore delle ossa, per far lievitare la pasta e quindi anche il ventre delle madri. Da un punto di vista di femminilità Sant’Anna, spesso associata all’astro lunare, era protagonista di rituali complessi per le nascite dei bambini.

Ragazzina con brocca (kadinu) - Baunei. 13 Marzo 1934. Ugo Pellis.
Rare le orazioni e preghiere per avere figli, in tempi in cui un figlio non era esattamente una bella notizia sia per i rischi della maternità che per la necessità di nutrimento che portava in una famiglia di pastori. Ma, come si diceva, era sempre meglio che avere una malattia quindi a Sant’Anna ci si rivolgeva per proteggere la madre e la gravidanza, per farla lievitare bene.
Per averne si pregava lei, come riportato da Giuseppe Sotgiu:

Sant’Anna, mia Sant’Anna
Sant’Anna mia Senyora
Mare de nostra Senyora
Iaia de Jesùs Crist
Rallegrau lo cor meu
Que ‘l tenc massa trist.

Uno dei riti più curiosi, ancora oggi attuale, è quello della Rosa di Gerico (una pianta che secca e sembra morta ma con poca acqua rifiorisce). La rosa veniva bagnata recitando una preghiera a Sant’Anna per avere informazioni sul futuro delle partorienti o degli eventi importanti nella famiglia (negativo era se la rosa non sbocciava o si chiudeva in presenza di acqua). Ma le preghiere si passano solo per Natale o Pasqua.
Ovviamente la puerpera veniva protetta con degli scongiuri contro i malocchi affinchè nessuno potesse turbare la gravidanza, durante la quale ogni suo desiderio doveva essere esaudito.
Una delle preghiere usate per farlo, anche dopo la nascita del bambino, era la seguente:

Piri Sisinni, Santu Ausinni,
Santa Ausanna, rughes in janna,
rughes in lettu e in pamentu
e in fenestra,
si b’at umbra mala,
a foras si ch’essat,
e si nono mai bi nd’intret.
Anchelos b’at,
anghelos b’intrent in cumpagnia
de mama donna ‘e Santa Maria.
(tradizione popolare di Otiena)

Questa preghiera proteggeva dal malocchio ma anche dalle panas (s’umbra mala) che erano demoni di donne morte di parto.
Dopo la nascita si doveva aspettare i 40 giorni di purificazione per proteggere madre e figlio da ogni male (malocchi, invidie, fatture, ombre, panas, demoni vari) e partecipare alla cerimonia della s’incresiadura: una cerimonia che veniva fatta in chiesa durante la quale la donna veniva bagnata di acqua santa e riammessa nella società e il bambino presentato ufficialmente a Sant’Anna*.
Da questo momento entrambi era accolti nella società e dovevano essere protetti attraverso talismani (come il su coccu con nastro giallo o verde per il bambino) dai malocchi e dalle invidie. Veniva anche messo dietro alla porta della casa il giogo dei buoi per evitare che un’umbra mala portasse via il bimbo. 


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